Vorrei rispondere all'interessante contributo di Roberto Dell'Ariccia circa la sua esperienza di studente con il progetto Esmo e circa le esperienze di system engineering.Sono completamente d'accordo sulla necessità di introdurre elementi di System Engineering nei corsi curriculari di ingeneria spaziale.Infatti da quest'anno, con la riforma delle struttura di alcuni corsi, abbiamo cercato di fare i primi passi in questa direzione. Alcuni elementi di SE sono stati introdotti nel nuovo corso di Costruzoini spaziali da me tenuto alla Facoltà di Ingegneria. Il corso è di nuova istituzione. Navigando su internet e andando sul portale della Facoltà di Ingegneria si può facilmente raggiungere il sito del corso http://dma.ing.uniroma1.it/users/ls_sas/indexSPA.html dove gli studenti possono estrarre materiale didattico con molti contenuti di SE. Gli studenti del corso di costruzioni spaziali hanno svolto esercitazioni di system engineering nella facility presente presso il Dip. di Ingegneria Aerospaziale e Astronautica.In realtà lo sforzo della Sapienza in questa direzione si è sviluppato da anni nel corso di Master in Satelliti www.mastersatelliti.it.
Questi sforzi sono altri elementi, oltre alla partecipazione ad ESMO, senz'altro un passo di grande importanza per i nostri studenti, di uno sviluppo della cultura del SE nei nostri corsi.La Sapienza ha poi ospitato quest'anno ad ottobre il terzo workshop internazionale dell'esa sul system and concurrent engineering SECESA 08, convegno che ha avuto una notevole risonanza.In altri termini ci stiamo muovendo piuttosto decisamente in questa direzione per favorire le opportunità di crescita dei nostri studenti in questa importante dimensione culturale e tecnica della loro professione.
Paolo Gaudenzi
professore di costruzioni spaziali e direttore del master in satelliti della Sapienza
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