Chi siamo

INCOSE Italia è il nome del Capitolo italiano dell' "International Council on Systems Engineering" (http://www.incose.org/).
L’attenzione al “systems engineering” è andata rapidamente crescendo in Italia negli ultimi anni, sia nel settore privato che in quello pubblico.
L’industria dell’aerospazio e della difesa, che ha una lunga tradizione in Italia, è particolarmente interessata al “systems engineering”. La crescente complessità dei sistemi, la rapida evoluzione delle tecnologie e le sfide della net-centricità e dei “sistemi di sistemi” richiedono un approccio olistico e metodologicamente strutturato.
Anche industrie ed aziende fornitrici di servizi in ambito civile sentono la necessità di un approccio sistematico al progetto architetturale ed allo sviluppo di sistemi futuri.
Il Capitolo italiano è stato molto attivo negli ultimi quattro anni, organizzando seminari e corsi introduttivi su numerosi temi: la gestione dei requisiti, il “systems architecting”, gli “architectural frameworks”, il SysML, la sicurezza dei sistemi ed altri.
Inoltre, abbiamo stabilito buone relazioni con istituzioni accademiche, che hanno permesso l’organizzazione di corsi sul “systems engineering” nell’ambito dei programmi di Master post-universitari.

sabato 30 agosto 2008

Il SE: Come cambia la vita di uno studente alle sue prime esperienze

Salve a tutti.
Con questo “articoletto” vorrei rispondere ad alcune delle domande che forse vi sarete posti riguardo l’influenza che può aver il System Engineering sulla vita quotidiana di uno studente o di una persona qualsiasi.
Nella mia breve o quasi nulla esperienza lavorativa di studente universitario è sempre più sentita la necessità di trovare un metodo per svolgere un compito secondo canoni che sono capaci di guidare uno sviluppatore al successo del progetto di cui è parte. Sarebbe un sogno possedere un libretto di istruzioni che ci spieghi come fare il nostro lavoro, ma purtroppo ciò non è possibile, è un sogno utopistico! Il livello di difficoltà cresce quando si è anche nelle condizioni di suddividere e coordinare i compiti nelle specifiche fasi dello sviluppo del progetto in questione.
L’esigenza di questo santo Graal si è sentita soprattutto quando, per portare a termine un esame, sono venuto a contatto con la progettazione in team: problematiche organizzative, concorrenza delle idee e spirito collaborativo da “cavernicoli”mi hanno colto alla sprovvista, specialmente quando mi sono visto assegnare l’etichetta di responsabile del team.
Ecco che mi sono imbattuto per la prima volta in un “Sistema”, seppure mal funzionante, ero parte integrante di esso.
La vera rivoluzione che cambiò le sorti del nostro team ci fu quando apposi la mia firma sul registro di un corso chiamato “Systems Engineering” tenuto dal ing. Marco Lisi nella mia Università dell’Aquila. L’approccio riguardante lo sviluppo del progetto cambiò radicalmente a partire dall’organizzazione delle risorse umane per finire alla strutturazione effettiva del progetto, le strategie tipiche del “Systems Engineering” mi hanno fornito un Pattern strategico per giungere al successo. I primi risultati non tardarono ad arrivare: nell’individuazione di un problema credo che sia poco enfatizzato il ruolo dell’ingegneria dei Requisiti. Forse il nostro momento di “Caos” iniziale era causato dalla poca chiarezza riguardante il “da dove partiamo? Che cosa dobbiamo fare?”, la forma nebulosa che il nostro progetto aveva sulla carta, in ambito di analisi, era estremamente dispersiva e molte volte ci trovavamo a dover ritornare su asserzioni considerate “basi portanti” del nostro progetto. Sotto consiglio del prof. Lisi abbiamo deciso di farci aiutare nella stesura del documento dei requisiti da un “tool” che forse molti di voi conosceranno, il Tiger Pro v1.13. Ricordo con ironia il primo giorno in cui decidemmo di utilizzare suddetto Tool, un nostro “teammate” era nel panico più totale a causa della sua totale ignoranza dell’Inglese, e sviluppare totalmente il documento dei requisiti in lingua madre, era un’impresa da Argonauta. Alla prima ingestione del documento ricordo come di circa 180 requisiti, almeno 175 erano evidenziati in rosso, a causa del pessimo Inglese e delle migliaia di requisiti multipli. Dopo 3 giorni di incessante lavoro sui requisiti, abbiamo finalmente completato la prima bozza. Questo è il motivo per il quale ho anche scritto un piccolo “HOW TO” in Italiano su come utilizzare il Tiger Pro, proprio per aiutare i miei colleghi a sviluppare i requisiti con la mia stessa tecnologia. L’utilizzo di altre tecnologie per la programmazione concorrente in team, quali SVN e CVS in ambito informatico, e di tool per l’organizzazione del ciclo di vita del progetto hanno reso ancor più avvincente l’analisi e la realizzazione dei vari “step” del ciclo realizzativo. La gestione dei requisiti e delle delle risorse umane ma soprattutto la determinazione del ciclo di vita del nostro software sono solo alcune della miriade di problematiche affrontate durante lo sviluppo del progetto, ma i suggerimenti del prof. Lisi e del SE sono stati la chiave per il successo del nostro lavoro.
A prescindere da questo breve racconto su come il SE abbia influito sullo sviluppo di un progetto universitario esso mi ha fatto anche notare una cosa nuova e interessante. Nel nostro secolo sono stato testimone della nuova rivoluzione tecnologica. Viviamo in un tempo dove la tecnologia cerca di sostituire sempre più il pensiero umano soprattutto in ambito lavorativo, in cui ho notato come l’approccio da progettista venga sempre più messo in ombra per lasciare spazio a tool “wysiwyg” che aiutano lo sviluppatore a realizzare un progetto senza un minimo Planning.
Sto quasi per laurearmi in Ingegneria Informatica e sviluppo software per passione, è proprio nella mia arte che sento la “contaminatio” del SE; non riesco a fare a meno di stilare un documento dei requisiti, l’UML e il SysML sono il mio pane quotidiano e solo ora sto avventurandomi nello studio degli Architectural Frameworks suggeriti da INCOSE. Ora guardo tutto da un punto di vista più sistemico, d'impatto non penso più al dettaglio, ma a come tanti organismi “Stand Alone” siano tutti parte di uno “Stand Alone Complex”, e cerco di cogliere le finezze che li collegano l'un l'altro, a partire da madre natura, per giungere ai moderni sistemi che tengono in piedi il Web.
Personalmente non so quanto il System Engineering sia radicato nella cultura della popolazione ingegneristica Italiana, ma credo che sia necessario fare del SE un percorso obbligato nella formazione di un Ingegnere.
Pace Giovanni
Pubblico con particolare piacere il contributo di Giovanni (il nostro primo "student member"). A parte gli immeritati complimenti che mi fa (e che gli guadagneranno al massimo un caffè pagato), la sua testimonianza dimostra profondità, maturità professionale, intraprendenza e creatività (oltre che una non comune cultura di base). Tutto ciò mi fa essere ottimistico rispetto al futuro dell'università e dell'ingegneria in Italia. E consiglio a tutti i colleghi di tenere d'occhio Giovanni Pace: non si è ancora laureato, ma credo che sentiremo ancora parlare di lui. E non facciamolo "scappare" all'estero, se possibile! ML

giovedì 21 agosto 2008

Synergy Forum "Aircraft meets Automotive"

Si segnala il seguente seminario (a pagamento):

Synergy Forum

"Aircraft meets Automotive"

Systems Architectures

29-30 Settembre 2008, InterContinental Hamburg, Germany

Per maggiori informazioni, visitare il sito:

giovedì 7 agosto 2008

Rilasciata la versione 2008 dello standard ISO/IEC 15288 sui "System Life Cycle Processes"

ISO/IEC 15288:2008 establishes a common framework for describing the life cycle of systems created by humans. It defines a set of processes and associated terminology. These processes can be applied at any level in the hierarchy of a system's structure. Selected sets of these processes can be applied throughout the life cycle for managing and performing the stages of a system's life cycle. This is accomplished through the involvement of all interested parties, with the ultimate goal of achieving customer satisfaction.
ISO/IEC 15288:2008 also provides processes that support the definition, control and improvement of the life cycle processes used within an organization or a project. Organizations and projects can use these life cycle processes when acquiring and supplying systems.
ISO/IEC 15288:2008 concerns those systems that are man-made and may be configured with one or more of the following: hardware, software, data, humans, processes (e.g., processes for providing service to users), procedures (e.g., operator instructions), facilities, materials and naturally occurring entities. When a system element is software, the software life cycle processes documented in ISO/IEC 12207:2008 may be used to implement that system element.
ISO/IEC 15288:2008 and ISO/IEC 12207:2008 are harmonized for concurrent use on a single project or in a single organization.

Cecilia Haskins ci mette gentilmente a disposizione la sua recente tesi dottorale

Thank you to my many friends who have expressed an interest in reading my thesis entitled "Systems Engineering analyzed, synthesized, and applied to sustainable industrial park development"
It is possible to download the entire dissertation from this online location:



Ciao, Cecilia

Alcune considerazioni sulla figura professionale del "systems engineer" in Italia

Cari colleghi,
questo secondo intervento è in un certo senso la continuazione del mio precedente. Vorrei prendere spunto, infatti, dalle motivazioni che mi hanno spinto a pubblicare il mio sito per concludere con un'esortazione per INCOSE Italia.
In questi ultimi cinque mesi, a causa di travagliati eventi lavorativi, ho dovuto mettermi alla ricerca di un nuovo posto di lavoro rispondente al profilo di system engineer, in continuitá con questo ruolo che esercito ormai da 13 anni.
É in questa circostanza che, in seguito allo screening quotidiano di inserzioni, ho potuto constatare come il nostro profilo professionale sembra sia quasi sconosciuto: l'80% dei job posting italiani, infatti, cercano 'sistemisti' con l'intenzione di riferirsi in realtá a personale per l'installazione, configurazione e manutenzione di infrastrutture informatiche; in molti altri casi, seppure le mansioni affidate al candidato siano ascrivibili ad un system engineer, lo slogan dell'inserzione é comunque fuorviante; infine ho notato che le scarse inserzioni in cui siano ricercate espressamente figure di system engineers provengono da grandi e importanti aziende, laddove cioè una struttura articolata e anche una maturitá dell'organizzazione hanno reso necessaria la crescita di un tale profilo professionale, cosí generico ma allo stesso tempo specialistico. Come se in altre realtá aziendali piú piccole (considerando per di piú che l'Italia si regge sulle piccole e medie imprese) un simile ruolo e le funzioni ad esso attribuite non siano (ri)conosciute.
Questa convinzione mi ha spinto, pertanto, a realizzare un sito in cui descrivere e valorizzare la mia professione ed auspico che grazie ad INCOSE Italia si accresca la conoscenza sul ruolo ed il contributo apportato dal system engineer, magari proponendo e organizzando presentazioni per cosí dire 'entry level' accanto anche ad eventi che diano spazio a maggiori approfondimenti.
Dopo aver letto lo statuto distribuito recentemente, credo che queste mie aspettative sulla nascente INCOSE Italia siano ben riposte.
Mi fermo qui per brevitá ma ogni vostro commento è benvenuto!
Saluti...vacanzieri, Andrea Franco

(Quanto il collega Andrea Franco ci descrive è vero, anche se grandi realtà industriali, dalla Finmeccanica alla Tetrapack, riconoscono una sempre maggiore importanza al ruolo del "systems engineering". Associazioni come INCOSE hanno proprio il compito di definire e far sempre meglio conoscere la figura professionale del "systems engineer". ML)

martedì 5 agosto 2008

Importanti novità: il Board di INCOSE ha approvato lo Statuto del Capitolo italiano

Cecilia Haskins ha ufficialmente comunicato che lo Statuto ("Bylaws") del Capitolo italiano di INCOSE è stato approvato dal Board internazionale dell'organizzazione.

Affinchè INCOSE Italia sia ufficialmente riconosciuto come "chapter" nazionale si richiedono due ultimi passaggi:
  1. la presa visione del testo dello Statuto da parte di tutti i membri e la sua accettazione (anche via email);

  2. l'elezione del primo consiglio direttivo.

Lo Statuto è stato elaborato sulla base del testo contenuto nelle "Guidelines" INCOSE, con qualche adattamento alla situazione italiana, in particolare per quanto riguarda gli aspetti legali ed amministrativi. Il testo è scaricabile dalla sezione "Archivio" di questo blog e sarà comunque inviato a tutti i membri.

Per quanto riguarda le elezioni, le posizioni minime da ricoprire sono quelle descritte nello Statuto, ma ne possono essere aggiunte altre con responsabilità specifiche (ad esempio: "Rapporti con università ed istituti di ricerca"). In attesa di definire le modalità delle elezioni (probabilmente saranno effettuate via email), tutti i membri interessati sono invitati a presentare le loro candidature, inviando una email (con un breve CV allegato) all'indirizzo incoseitalia@gmail.com.